Blog / Category: News

Show Side Panel

Le Ninfee Legiadre di Osvaldo Moi sensibilizzano contro la violenza

Jul 22 2022   |   By: admin   |   0   |   Posted in News

Allo Stand Florio di Palermo Global Thinking Foundation sensibilizza contro la violenza attraverso l’arte. Osvaldo Moi con le sue sei Ninfee Legiadre partecipa al progetto che è un’iniziativa per promuovere e diffondere un messaggio importante contro ogni forma di dipendenza delle donne. Claudia Segre, presidente dell’associazione ha presentato le opere di Moi e dell’artista americana Tessa Roselfeld Calenda. Un significato sociale che si attribuisce all’arte con la scelta di donare una parte del ricavato alla Fondazione per sostenere i progetti in Sicilia. La bellezza delle Ninfee associa il profondo senso comunicativo attraverso la capacità di Moi di utilizzare materiali sempre nuovi. La loro dimensione, la spensieratezza che comunicano, è un chiaro invito a guardare attraverso l’arte ad un messaggio che deve essere formativo per le nuove generazioni. Donano un senso di speranza con la loro leggiadria la voglia di sentirsi davvero libere.   claudia-segre-presidente-global-thinking-foundation vernissage-stand-florio-18lug2022-1 vernissage-stand-florio-18lug2022-2 vernissage-stand-florio-18lug2022-3 vernissage-stand-florio-18lug2022-4 vernissage-stand-florio-18lug2022-5 vernissage-stand-florio-18lug2022-6 vernissage-stand-florio-18lug2022-7 vernissage-stand-florio-18lug2022-8 vernissage-stand-florio-18lug2022-10 vernissage-stand-florio-18lug2022-11 vernissage-stand-florio-18lug2022-12

Palermo: Global Thinking Foundation diffonde l’arte di Osvaldo Moi

Jul 08 2022   |   By: admin   |   0   |   Posted in News

Lunedì 18 luglio a Palermo presso lo Stand Florio  Global Thinking Foundation con il patrocinio di Fondazione Selina Azzoaglio propone un evento di arte contemporanea dedicata anche alle installazioni artistiche di Osvaldo Moi. Metterà in vendita le proprie Sei Ninfe Leggiadre devolvendo una parte del ricavato a sostegno dei progetti della Fondazione.   2 Alle ore 19 ci sarà una tavola rotonda “Proiezioni di futuro: arte sociale per la rigenerazione del territorio”. Interverrà Claudia Segre presidente di Global Thinking Foundation, Osvaldo Moi, Tessa Rosenfeld Calenda, autriedi Graffio, Seline Azzoaglio con la moderazione di Maria Letizia Cassata.   Claudia Segre afferma che attraverso la mostra itinerante Libere di….VIVERE si offre all’arte di esprimere la sua potenza come mezzo di terapia di uscita dalla violenza.

Albaretto Torre: l’escargot di Moi

Jul 08 2022   |   By: admin   |   0   |   Posted in News

Ad Albaretto Torre, piccolo paesino situato tra Belbo e Talloria, in compagnia della torre simbolo del borgo si trova l’escargot di Osvaldo Moi.   In occasione della 9° edizione della Mostra Diffusa di Arte Contemporanea Alba e Langhe l’opera dell’artista è stata posta a far da guardia dinanzi all’ingresso ella torre. Les escargots sono rappresentative dell’artista Moi che negli anni ne ha realizzate diverse per materiali e dimensioni.   La sua arte, in particolar modo in quest’opera, lascia libera interpretazione all’osservatore: la chiocciola dopo un viaggio lento arriva alla torre simbolo di rappresentanza del paese. Posta lì dinanzi ricorda che la vita può essere un lento e affannoso cammino che però permette di raggiungere sempre un traguardo.   Chi la osserva può trovare in essa la bellezza in una forma insolita e trarne il messaggio comunicativo che in quel momento lo stato d’animo personale suggerisce. In un contesto paesaggistico così ameno l’arte incontra la natura con la quale si fonde diventandone parte.   L’estro creativo di Osvaldo Moi rappresenta unicità: il suo percorso lavorativo personale lo ha condotto ad essere un sottoufficiale pilota di elicotteri per l ‘esercito italiano oggi si dedica all’arte e all’esprimere ciò che lo circonda attraverso opere che sanno sempre stupire e lasciare uno spunto di riflessione.

Claudia Segre incontra il ruolo sociale dell’arte di Osvaldo Moi

Jan 14 2022   |   By: admin   |   0   |   Posted in News

Il valore sociale dell’inclusione della donna emerge in modo determinante attraverso alcune opere di Osvaldo Moi. Claudia Segre ci racconta come è avvenuto l’incontro con l’artista e cosa l’ha spinta a renderlo partecipe di questo suo progetto   Claudia Segre è un nome certamente noto anche per essere la fondatrice di Global Thinking Foundation: una fondazione nata nel 2016 per sostenere, patrocinare e organizzare progetti volti all’alfabetizzazione finanziaria rivolta alle fasce deboli e indigenti e per prevenire la violenza economica. La sua mission è supportare l’istruzione di qualità attraverso borse di studio e premi agli studenti meno abbienti ma meritevoli. Dedicando particolare attenzione all’inclusione economico-finanziaria di tutti i cittadini con un’attenzione particolare alle donne, affinché possano avere un lavoro dignitoso. Claudia Segre si racconta attraverso un’intervista che diventa l’esposizione del suo lavoro e del suo impegno nel settore del non profit dopo una lunga e brillante carriera in finanza. “L’esperienza maturata in questo settore mi ha permesso di mettere a frutto tutto ciò che ho vissuto in un progetto internazionale. Ciò che ha sempre contraddistinto il mio percorso è stata l’osservazione multiculturale. Entrare in contatto con persone di diversi paesi, culture ed esperienze, passando anche attraverso alcune delle mie passioni….. l’arte è una di queste. Un settore nel quale mi sono ritrovata sin da piccola provenendo da una famiglia tradizionale piemontese dove l’aspetto artistico connotato attraverso i quadri, l’oggettistica ha riflesso la mia crescita grazie ai miei nonni che erano dei collezionisti d’arte. Per me, sin da piccola, le statue in bronzo hanno sempre rappresentato qualcosa di affascinante e contemporaneamente inquietante: mio nonno infatti aveva acquisito delle copie autenticate delle fonderie Chiurazzi. La bellezza di queste statue mi incantava per la loro perfezione ma anche per la loro incombenza: erano per me fonte di curiosità. Ciò ha fatto sì che io crescessi a stretto contatto con questa realtà e portassi con me da ogni luogo in cui viaggiavo qualcosa di artistico. È proprio così che è nato il mio incontro con Osvaldo Moi. Più di dieci anni fa ero a Parigi ero con mia sorella e in quest’occasione acquistai due sue opere, una escargot e una ballerina su una mezzaluna sempre in bronzo. Per me le sue opere in bronzo, sono le preferite: una materia alla quale son particolarmente legata, non solo per retaggio storico ma anche perché lo ritengo un metallo semi prezioso senza tempo. Presente sin dalla nascita dell’uomo che si proietta verso una dimensione che non conosce tempo e che attraverso questa materia plasma linee interessanti. Cosa ha suscitato l’interesse verso l’arte di Osvaldo Moi? “Quando si acquista un’opera ci si interessa prevalentemente alla sua rappresentazione, all’artista e alla sua storia. Quello che mi ha sempre incuriosito del vissuto di Osvaldo Moi è la sua capacità artistica, partendo da un osservatorio speciale come il suo, che è stato quello della vita militare, e oggi del suo impegno nella vita sociale. Per non parlare della sua abilità nell’osservare la realtà ed esserne protagonista, dandogli vita con le sue opere, come ad esempio per i “Caduti di Nassiria” o della “Famiglia” a Pianezza. Una risposta interpretativa fuori dalle regole, in un mondo creativo che senza regole non può essere: un’interpretazione di vita molto educativa ed innovativa, come le materie che lui forgia. Il nostro ultimo incontro è stato l‘inaugurazione di una nuova gallery internazionale all’interno del progetto Libere di… VIVERE, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Commissione Europea e dell’Associazione Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Un progetto culturale di inclusione sociale che si lega alla nostra attività di prevenzione all’abuso economico nei confronti delle donne e delle famiglie più fragili. Tutto ciò attraverso un’opera di divulgazione artistica della cultura disegnata nei confronti dei ragazzi, fino ad arrivare a nuove forme artistiche che vedono protagonisti i nuovi autori e autrici: come la “Galleria delle Libere Guerriere” per le donne sotto i 35 anni, che portano i valori della diversità e dell’inclusione, e la “Galleria delle Eccellenze in Accademia” dell’Accademia delle Belle Arti, che hanno reinterpretato alcune delle nostre novelle grafiche. Con Osvaldo Moi inaugureremo questa gallery internazionale “Libere di… VIVERE On The Road” che apre agli artisti oltre i 35 anni che si occupano di temi sociali e che hanno portato ciò nelle loro opere per la cittadinanza. Abbiamo visto insieme “La Famiglia” per questa particolarità: è centrata sulla donna, soggetto che maggiormente ha subito la pandemia e ha saputo reagire, e che è in prima linea per il riscatto del nostro Paese. Il ruolo della donna in questo contesto sta guidando una ripartenza dove la sua maggiore partecipazione e la sua voce, fa la differenza e la potrà fare ancor di più a livello di sviluppo economico. La sua attenzione a questa sfumatura e al ruolo del femminile che vediamo in diverse sue opere è per noi un aspetto molto importante. La donna da un punto di vista intergenerazionale è colei che trasmette competenze ed esperienze: una vera energia positiva di pace. Moi sa bene come la donna, a partire da WonderWoman, abbia rappresentato un’energia positiva quindi contraria allo stereotipo maschile che va perennemente in guerra. Questa sua sensibilità verso il ruolo della donna è importante perché il nostro affrontare la prevenzione della violenza economica e psicologica parte da un forte senso di autodeterminazione e di stima di sé che deve smontare un costrutto culturale di tipo evidentemente patriarcale che tende ad isolare e relegare la donna in ruoli. Moi ha il pregio di guardare avanti ed essere lungimirante sui significati delle sue opere”.    la-famiglia-moi1 In che modo riesce ad avvicinare i giovani all’arte? “Questo nostro progetto culturale e artistico, attraverso la presentazione di queste differenti gallerie, ha alimentato un metodo didattico: Libere di… VIVERE si svolge nelle scuole italiane, sia in italiano che in inglese, in Francia in italiano e francese e, dal prossimo novembre, partirà in America in alcune università. Un museo digitale in 3D con possibilità di fruizione per i giovani attraverso tre diverse sezioni: la prima sezione dedicata alle eroine del fumetto. Parla ai giovani dalla seconda guerra mondiale ad oggi attraverso le lotte del femminismo. La seconda sala è quella della rappresentazione secondo diverse tecniche di disegno della violenza economica: qualcosa di così subdolo e nascosto tanto da non esser riconosciuto. Segue nella terza sala la serie di graphic novel dove i ragazzi lavorano sulle parole partendo dall’educazione civica, al diritto della famiglia ai diritti universali fino ad arrivare al codice penale. Un percorso che narra come si sviluppa la violenza domestica. Le altre gallerie appena nate permettono di far arrivare ai ragazzi il significato dell’arte, in una rappresentazione sia digitale sia fisica. Un progetto che vuol far scoprire l’arte su uno sfondo che collega tutte le opere con le tematiche sociali. Ciò amplia la visione e la responsabilità sociale di ciascuno di noi.”            Rosaria Di Prata 

70 INSIEME: una mostra evento per festeggiare Claudio Baglioni

Apr 29 2021   |   By: rosaria-di-prata   |   0   |   Posted in News

In onore dei 70 anni di Claudio Baglioni a Roma dal 10 al 17 maggio presso Palazzo Velli EXPO si svolgerà la mostra d’arte contemporanea 70INSIEME.  Fortemente voluta da Barbara Melcarne, curatrice d’arte, appassionata del noto cantautore che ha deciso di realizzare questo regalo in suo onore. Non si tratta di una semplice mostra ma dell’opportunità per 70 noti artisti di esprimere attraverso l’arte, la pittura, la scultura e la poesia l’associazione ad una canzone di Claudio Baglioni. In questo mix di emozioni, che coinvolgono tutti i sensi, attraverso un percorso studiato ad hoc che indirizza il visitatore verso un ampio raggio comunicativo sotto ogni espressione d’arte animando con le opere presenti i meravigliosi testi di Baglioni. Testi che ripercorrono tutta la sua storia discografica con un excursus di emozioni e poesia che hanno contraddistinto l’eccellenza della musica italiana. Co-curatore dell’evento Michele Caccamo che, assieme al supporto di Elio Rumma per l ‘organizzazione, ha creato un evento non proprio così semplice da realizzare in questo periodo storico. Le giornate saranno animate da incontri letterari così che questa possa essere anche una piacevole occasione per sentirsi pienamente coinvolti nel mondo della cultura. Palazzo Velli, durante l’incontro con gli artisti per la preparazione delle opere, sarà animato grazie alle coreografie di splendide ballerine che creeranno una magica atmosfera. Tra gli autori invitati all’evento anche Osvaldo Moi che partecipa con un ritrattato di Claudio Baglioni: “Ho realizzato molti ritratti a personaggi famosi tra cui a Claudio Baglioni e Gianni Morandi in occasione del concerto a Torino.  Il mio intento nel corso degli anni è stato raccogliere molti ritratti dove l’originale è stato consegnato mentre mi sono fatto autografare una fotocopia così un giorno da poter fare una vendita all’asta e donare il ricavato in beneficenza. Sono felice di essere tra gli artisti selezionati per partecipare a quest’importante evento dedicato ad uno dei più prestigiosi cantautori della storia italiana”. Emozioni in versi di canzoni che da sempre commuovono ogni generazione: una discografia che narra l ‘amore, la vita e una passione per la musica che ha saputo trasmettere in modo autentico ai suoi fans. 70insieme-baglioni             contatti1contatti2    

Coronavirus e arte

May 07 2020   |   By: rosaria-di-prata   |   0   |   Posted in News

Coronavirus e arte un pensiero del tutto nuovo al quale mai prima eravamo stati abituati. Un cambiamento radicale non solo nella vita di ciascuno ma una profonda presa di coscienza dell’oggettiva realtà che ci circonda. Ecco che ogni semplice gesto, parola, abbraccio assume un senso quello dell’osservazione con la calma dimenticandosi di un mondo che troppo spesso corre. Dunque, riportiamo l’arte ad una dimensione profonda: l’osservazione. Abbiamo sperimentato i musei virtuali dove non c’è la calca di gente spasmodica di inviare la foto della Primavera del Botticelli ma il silenzio dei tuoi spazi domestici. Un silenzio che si insinua nella tua mente e fa spazio all’ammirazione dell’arte, dell’opera, quasi in assoluta contemplazione fino a sentirti dentro di essa. Senza rumore, voci, fastidi un rapporto che diventa più intimo e personale. L’arte ha bisogno di spettatori per essere apprezzata e valorizzata ma va rispettata e amata in ogni sua forma. Se in questo tempo abbiamo acquisito la capacità di essere osservatori attenti e alimentato in noi il gusto per ciò che l ‘arte in ogni sua forma rappresenta, avremo tratto un minimo beneficio dal nostro isolamento. Ciascuna mente creativa elabora secondo alcuni canoni e il distaccamento dalla realtà è una tra queste forme. Osvaldo Moi ha sempre espresso, attraverso le sue opere, il forte legame che lo lega alla realtà e all’essenza dell’essere in ogni sua opera. La sua particolare predisposizione verso una raffigurazione a tratti ecclettica mostra il suo dinamismo e sguardo al futuro. In ogni sua opera vive un moto perpetuo che è quello di rendere lo spettatore partecipe della sua storia. E come ogni uomo, ogni artista vive nella sua opera che diventa percorso per chi la osserva. Coronavirus e arte binomio insolito ma che diventa spunto di riflessione sulla bellezza dell’arte e di quanto l’uomo non possa farne almeno. “In questo momento l’arte non è ferma perché riesce a mettere a disposizione immagini per far vedere e creare piacere anche attraverso i social. Oggi molto utili anche per questo perchè puoi entrare dentro un museo, una galleria e vedere opere che magari non puoi ammirare di persona. E chi non può comprarla può ammirarle. Io sono in fase di sistemazione del mio nuovo atelier uno spazio espositivo, una galleria per le mie opere. Fra qualche mese ci sarà l’inaugurazione e continuo a crederci nell’arte nonostante le difficoltà del momento. Un investimento fatto prima di Natale quando ancora non circolavano notizie sul Coronavirus. In questo momento tutte le classi sociali andrebbero sostenute ed aiutate così da poter risollevare le sorti della collettività. Questa è la mia opera: urla l’inno nazionale, le maschere che esprimono sofferenza, rabbia, sono dei visi bloccati che non possono uscire ed urlano con tutta la loro forza. Un opera nata all’inizio di questo lockdown…….”       Osvaldo Moi

Simona: una storia contro il cancro attraverso l’energia dell’arte

Mar 02 2020   |   By: rosaria-di-prata   |   0   |   Posted in News

Quando si dice che le donne siano forza, creatività e coraggio si dice il vero infatti, se vi racconto la storia di Simona, vi accorgerete che possono essere anche molto di più.  La sua è una storia che intreccia intraprendenza, dolore, malattia ma con il desiderio costante di non smettere mai di credere nella vita. Il cancro è oggi definito il male del secolo, per molti c’è ancora tanto da sapere, per altri si è sulla via sconfiggerlo ma quello che resta un dato di fatto è l’aumento esponenziale della sua presenza. Soffermiamo l’attenzione sul cancro al seno: ogni anno milioni di donne combattono la loro battaglia, una battaglia che richiede un coraggio doppio perché perdi la tua salute mentre perdi anche la tua femminilità. Non per tutte il percorso è uguale, ma solitamente dopo l’intervento, inizia il piano terapeutico e qui inizia anche un silente calvario che si affianca alla malattia. La perdita dei capelli, delle sopracciglia e delle ciglia, la perdita del proprio aspetto, del perdersi nel vuoto dei propri occhi ogni mattina mentre ti guardi allo specchio. Anche Simona sta affrontando il cancro o meglio è la seconda volta: ha subito qualche anno fa un istrectomia per un cancro all’utero e ora la sua battaglia è il cancro al seno. Dopo il primo intervento la percezione del suo corpo è cambiata nei confronti del partner, nei confronti di se stessa e anche di sua figlia. Ebbene sì, una bambina che attendeva l’arrivo di un fratellino o di una sorellina che invece non sarebbe mai più arrivato. Ecco, come donna, relazionarsi in queste situazioni può divenire ancor più straziante il dolore della malattia. La calma e la serenità di Simona hanno fatto sì che potesse affrontare il tutto in modo graduale e consapevole. Ogni vita personale potrebbe includerne una familiare e poi una sociale che si intersecano tra loro e che a volte possono essere lo stimolo per non spegnere il coraggio di guardare avanti. Nella sua storia Simona ha deciso di lasciare Limone e trasferirsi  a Londra per gestire ed aprire un ristorante o meglio gestire un sogno ambizioso con il suo compagno. Sogno interrotto per difficoltà sopraggiunte e la voglia di ricominciare altrove con il trasferimento a Lanzarote. Una donna determinata, testarda. Ed è proprio in questo frangente di vita  che il suo compagno decide di interrompere il rapporto e lei fa rientro in Italia, scegliendo Genova come città, così che la loro figlia potesse avere una continua frequentazione con il padre. Da qui il  trasferimento in Svizzera per iniziare una nuova avventura che non decolla per tornare a Limone. E qui…… il cancro ritorna e Simona deve iniziare i controlli medici e le cure indicate. Ospedale, visite, attese, ansia e in tutto questo un viaggio bellissimo. Sì forse il viaggio più bello che avesse mai potuto immaginare: quello che ha iniziato alla scoperta di sé, del dolore, dell’accettazione della malattia che ti cambia. Sviscerare la propria energia in un momento così intenso richiede determinazione e Simona ne ha davvero tanta.   simona-repetto-5 Quello che la rende speciale è la serenità che si percepisce dalle sue parole e la grinta in ogni situazione anche la più inaspettata. “Sapevo che avrei perso i capelli così insieme alla mia amica Irene, parrucchiera, abbiamo deciso di creare un percorso” racconta Simona. Chi fa chemioterapia si riconosce proprio da questo dettaglio che soprattutto per le donne non può passare inosservato. “Prima un taglio corto e super colorato per poi rasarli definitivamente senza attendere che cadessero” un passaggio obbligato per superare una fase inevitabile. Ma cosa nasce di speciale e artisticamente geniale? L’idea di utilizzare dei tatuaggio ad acqua sul capo. La parrucca sarebbe stata per Simona un accessorio che avrebbe camuffato la sua identità e poi come spiegava Irene Moi non tutte le donne la sopportano bene, può essere molto fastidiosa”.   simona-repetto13                                                                                                 simona-repetto-14   Il tatuaggio come forma comunicativa e decorativa di una zona del proprio corpo che sta a dimostrare la violenza di un trattamento sanitario per sconfiggere il cancro. Semplici da eseguire e rimuovere ma così unici da rendere il capo un punto focale di attenzione nel reparto di oncologia frequentato da Simona. “Ogni disegno scelto è la rappresentazione di un momento particolare che sto affrontando e lo faccio con l’orgoglio di mostrarmi così come sono” e io aggiungerei nella sua bellezza e nella sua femminilità. Un messaggio che deve essere chiaro e preciso per il sostegno a tutte quelle donne che combattono il cancro: siate belle, sentitevi attraenti, prendetevi cura di voi sentitevi donne. Non lasciatevi togliere il sorriso ma siate fiere ed orgogliose di essere donne che tali restate anche senza l’utero o con un solo seno e quindi orgogliose della vostra battaglia.   simona-repetto3       simona-repetto1      simona-repetto4       simona-repetto-6       simona-repetto-7   Un tatuaggio non è mai solo un simbolo è la rappresentazione della creatività di chi lo compone, quelli di Simona sono pieni di colore, profondamente espressivi, catturano l’attenzione. Ciò migliora l’autostima e lo stato di psico-benessere personale che, producendo endorfine, liberano nell’organismo sostanze benefiche per combattere la tua malattia. Simona è riuscita a ridere dinanzi al cancro, a liberarsi di fardelli inutili per essere se stessa anche in questa fase della vita, è riuscita a non nascondersi. Mi raccontava come attraverso il potere del piacere è stata capace di dominare tutti i down psicologici come paura, depressione, insicurezza, ansia che inevitabilmente sorgono all’arrivo del cancro. Riuscendo ad equilibrare, grazie a piacere il dolore e il disagio della malattia guidando la mente. “ Ho scelto di guidare la mia vita attraverso le emozioni tutto ciò che mi provocava belle emozioni lo facevo, eliminando così dalla mia vita i  rami secchi. Ho dato priorità a ciò che mi dava benessere convinta che l’Universo ci restituisce quello che noi diamo. Essendo noi energia se proviamo noi ad emanarla in modo positivo l ‘Universo lo percepisce e ce lo rimanda. È stato bellissimo. Quando mi hanno diagnosticato il cancro, non ho voluto l’appoggio di nessuno ho voluto affrontarlo da sola per sfruttare l‘opportunità di vedere quanto potevo essere forte e vivere liberamente le mie emozioni. Cosciente che, Step by Step, ad ogni cosa superata mi avrebbe dato forza, quella forza evidente di avercela fatta. Ho iniziato con delle affermazioni positive davanti allo specchio, un viaggio introspettivo. Ho lavorato sulla mia immagine: il Cancro ha provato a togliermi tutto ma io vestendo la mia testa ho ritrovata una nuova immagine, forza, grinta, attraverso la bellezza di questi tatuaggi facendo rinascere una nuova me”. simona-repetto-8   È importante partecipare a dei corsi per la scoperta del potere femminile, per imparare ad usare meglio le varie energie che abitano la donna, come la creatività e il piacere, come ha fatto Simona, presso il centro MIRYA di Isabella Bodino. Un luogo dedicato alla donna per la sua crescita personale, dove si affrontano i tabù e le false credenze in modo delicato e competente da tanti anni. Un punto di riferimento a Cuneo per menarca, gravidanza, sessualità, menopausa, perineo, nutrizione e crescita personale. E poi la musica, quella che chiude il mondo fuori e coccola il tuo mondo interiore. Un percorso terapeutico il suo che si affianca a quello farmacologico: il benessere della mente dato dalle note di una canzone, dal piacere erotico/emozionale di scoprire il proprio corpo, sensual dance davanti allo specchio come tecnica di auto accettazione. La cura dell’aspetto estetico con il tatuaggio sulla testa, le ciglia finte ridisegnando le proprie sopracciglia per avere un aspetto in salute grazie al make-up rispetto al grigiore del viso causato dalla chemioterapia. Simona ha frequentato la scuola di estetica moderna che certamente le ha permesso di avere maggiore manualità con l’applicazione ad esempio delle ciglia e proprio questo le piacerebbe creare uno spazio per le donne che “devono perdere la loro femminilità” a causa del Cancro, con una nuova immagine. Attraverso i tatuaggi insieme ad Irene, il taglio giusto delle sopracciglia per valorizzare l’occhio, l’attaccamento delle ciglia finte e il make up più idoneo alla loro personalità e carattere, per ritrovare se stesse.   simona-repetto-9                    simona-repetto-10                  simona-repetto-11                   simona-repetto-12   Una donna che ritrova la sua femminilità riscopre anche la sua sicurezza e la certezza di potercela fare e come dice Simona” volere è potere”. Dunque, ci domandiamo quanto fondamentale è il supporto psicologico per una donna che gradualmente si vede privare della sua femminilità? Quanto importante è riuscire a trovare nell’arte la possibilità di decorare il proprio capo per trasformarlo in un messaggio comunicativo? Quanto importante è affrontare il percorso con serenità e pace interiore perché tutto possa ricordarti a far emergere la tua forza per lottare per la vita? Oggi Simona è una donna che con il suo meraviglioso sorriso continua la terapia, che ha voglia di riprendere a lavorare, che desidera la sua vita più di ogni altra cosa. È una donna esempio di coraggio, di vita, di sostegno, di spirito di intraprendenza per non mollare mai dinanzi a nulla.

Polemos: la guerra nella sua visione tra storia e contemporaneità

Dec 16 2019   |   By: rosaria-di-prata   |   0   |   Posted in News

Da venerdì 27 dicembre alle ore 18 fino al 29 febbraio 2020 presso Palazzo Tagliaferro di Andora è previsto un percorso espositivo di dialogo tra arte antica e contemporanea a cura di Christine Enrile. Le opere esposte sono di Maurizio Taioli e Agenore Fabbri, dipinti realizzati dal XVI al XVIII secolo.  Il tema riguarda la guerra e in particolare la battaglia sul Polemos, la guerra, il padre di tutte le cose di Eraclito.  Nella sua concezione essa regola ogni cosa che accade nell’universo come principio universale a regolarne ogni aspetto. L’animo umano da sempre coinvolto nella riflessione tra guerra e pace qui potrà esplorare, attraverso importanti opere, raffigurazioni importanti e scene belliche che hanno rappresentato la storia. Nell’aspetto contemporaneo della guerra sarà presente Osvaldo Moi con la bozza in rovere dei monumenti ai caduti di Nassiria realizzata a Sarajevo, il bastone Sere in legno realizzato durante un corso di sopravvivenza. “Su di esso durante il giorno intagliavo i percorsi e gli incontri da fuggitivo della notte precedente” ci racconta l’artista.  Oltre al quadro a matita del bambino soldato che voleva sparargli fotografato a Tiro in Libano. polemos3   polemos1polemos2polemospolemos4