In occasione del Gala per la Ricerca organizzato dalla Fondazione FIRA – Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia – l’artista Osvaldo Moi partecipa con la donazione della sua opera Treccia, una scultura realizzata nel 2025 in resina epossidica e straccetti di stoffa riciclata, dal formato compatto ma denso di significato (27 x 11 x 11 cm).
Parte della celebre serie Escargot, Treccia rappresenta in pieno l’estetica e il linguaggio espressivo di Moi, in cui si fondono surrealismo, ironia e manualità raffinata. Le sue lumache immaginarie non sono solo soggetti giocosi, ma veri e propri simboli di una visione artistica profonda, in cui ogni curva, ogni materiale e ogni ombra contribuisce a raccontare un mondo interiore fatto di riflessione, leggerezza e trasformazione.
In questa scultura, la chiocciola – elemento ricorrente nelle opere dell’artista e stilizzazione del suo stesso cognome – si veste di nuova vita attraverso l’uso di materiali non convenzionali, che raccontano la resilienza e la forza del riutilizzo creativo. La stoffa riciclata, intrecciata e inglobata nella resina, diventa così metafora di un percorso lento ma tenace, che unisce memoria e contemporaneità.
L’opera si inserisce in un contesto di grande valore sociale e scientifico: l’asta benefica promossa da FIRA si svolge nell’ambito di una serata di Gala al Museo della Scienza di Milano, il 20 maggio 2025, con l’obiettivo di raccogliere fondi per sostenere la ricerca sulle malattie reumatologiche, che colpiscono oltre 5 milioni di italiani. Il contributo degli artisti coinvolti testimonia quanto l’arte possa essere uno strumento potente di sensibilizzazione e solidarietà.
Attraverso Treccia, Osvaldo Moi al Gala FIRA 2025 mette a disposizione non solo un’opera d’arte, ma un segno concreto di partecipazione e vicinanza alla causa della ricerca scientifica. La sua chiocciola non corre, ma avanza con costanza, come la scienza, come la cura, come ogni gesto di impegno collettivo.